Arco Lucchetti

Descrizione

Quasi nascosto nel Vico Freddo, l’antichissimo portale noto come Arco Lucchetti delimita l’ingresso di un cortile ed è costituito da tre elementi monolitici in pietra leccese: un architrave a sesto ribassato ben conservato e due piedritti corrosi nella metà inferiore. Un’attenta analisi rivela che l’Arco originariamente doveva avere ben altre dimensioni, evidenziate dai tagli e dal posticcio adattamento al sito. Fuorviante appare la data del 1497, evidenziata in chiave, per un capolavoro la cui decorazione, rifacendosi a modelli medievali, rimanda ad un periodo anteriore. Avvolto ancora nel mistero è l’artista il cui nome forse è indicato in una delle anfore; più certo è quello del committente, Nicola Robi, che chiedeva, con l’iscrizione posta a sinistra “HODE DE LAUDU DONA GRACIA IN CASA DE COLA ROBI”, abbondanza di grazia per la sua casa, ricordando a sé stesso e a chi guardava quel meraviglioso portale quale era il percorso per raggiungere la serenità, la felicità, la grazia, sia su questa terra che nell’aldilà. Le tante enigmatiche figure, finemente cesellate, parlano delle gioie e delle sofferenze, di una vita dopo la morte, della tolleranza, dell’uguaglianza, della fratellanza. Nell’Arco Lucchetti trovano convergenza diverse culture, quella greco-latina e quella ebraico-arabo-orientale, che, attraverso linguaggi e significanti diversi, esprimono lo stesso tema. Le favole moralistiche di Fedro inserite nella “ruota della vita” scolpita a sinistra, il mito di San Giorgio che lotta contro il Male, il cane e la gallina, i garofani, i carciofi, i papaveri, le figure antropogoniche della stella a otto punte, del fico, delle oche, l’utilizzo di elementi espressivi occidentali e orientali, fanno intendere che nell’Arco Lucchetti si è voluto lasciare un messaggio, in forma di apologo figurativo, di riflessioni sulla vita, sui suoi cicli di nascita, matrimonio, relazioni umane, comportamenti sociali, sulla morte, sull’aldilà, sulla uguaglianza degli uomini.


A cura di Orlando d'Urso


Descrizione

Almost hidden in the Vico Freddo, the ancient portal known as Arco Lucchetti delimits the entrance of a courtyard and consists of three monolithic elements in Lecce stone: a well-preserved low-cut lintel and two corroded pydrillets in the lower half. A careful analysis reveals that the Arch originally had to have a different size, highlighted by the cuts and the small place adaptation to the site. The date of 1497 appears misleading, highlighted in a key, for a masterpiece whose decoration, referring to medieval models, refers to an earlier period.


Traduzione a cura di Barbara Bray


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